In questi ultimi tempi si è molto sentito parlare di Caregiver. Dietro questa denominazione si nasconde però una figura da sempre presente in un contesto domestico dove c’è un malato: il “caregiver familiare” infatti è la persona che si occupa dell’assistenza ai familiari nei momenti di malattia e di difficoltà.
La parola caregiver potrebbe anche essere tradotta con “la persona che dà le cure” ad un anziano, ad un malato, ad un soggetto con disabilità oppure in difficoltà.
Si tratta quindi di una figura che gratuitamente, e al di fuori del proprio ambito professionale, si occupa di assistere i propri figli, i genitori oppure gli altri familiari, che presentano delle disabilità oppure che non sono autosufficienti, anche ad esempio, in caso di una malattia grave.
La situazione in Italia
L’Istat ha stimato che i caregivers in Italia sono oltre il 17% della popolazione e vale a dire almeno 8,5 milioni. Di questi almeno 7,3 milioni (14,9% della popolazione italiana) sono familiari delle persone bisognose di cure. Le famiglie con i casi più gravi, che richiedono quindi uno sforzo maggiore, sono circa 600 mila.
Sempre secondo i dati Istat, i caregiver in Italia sono principalmente donne (il 74%) e il 31% ha un’età inferiore a 45 anni.
I caregiver dedicano la maggior parte del proprio tempo e della propria vita alle persone fragili. Solitamente le ore dedicate variano dalle 15 alle 25 settimanali. Per occuparsi dell’assistenza, molti di loro sono stati costretti ad abbandonare il posto di lavoro (infatti il 60% dei caregiver sono persone disoccupate).
Cosa fa il caregiver
Generalmente, questo ruolo si occupa di:
- assistere il malato somministrando farmaci o terapie;
- l’acquisto e la prescrizione dei medicinali, nonché delle visite mediche specialistiche;
- in molti casi, deve occuparsi dell’igiene personale del malato quando non è autosufficiente;
- dei pasti e tutto ciò che concerne la cura e l’assistenza del familiare con disabilità o altra patologia.
Assistere un familiare, oltre ad essere molto faticoso da un punto di vista fisico e psicologico, richiede anche una spesa economica non indifferente.
La possibilità di usufruire di misure a sostegno delle persone non autosufficienti diventa così un aiuto fondamentale attraverso cui garantire adeguati livelli assistenziali. Vediamo di seguito gli strumenti previsti dalla legge.
Normativa: come richiedere il Bonus caregiver
Ad oggi, a tutela dei caregiver vi è solo la legge 104/92 che garantisce 3 giornate di permessi retribuiti al mese per tutti coloro che devono assistere i familiari malati.
Nei casi più gravi si ottengono dei congedi straordinari fino a 2 anni.
Ci sono inoltre bonus e agevolazioni per i caregiver: la legge di bilancio approvata in parlamento lo scorso 31 dicembre, ha istituito un fondo per la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico delle attività di cura a carattere non professionale del cosiddetto caregiver familiare.
A sostegno del bonus caregiver sono stati stanziati 30 milioni di euro all’anno per il triennio 2021-2023.
Con il progetto Home Care Premium, il caregiver o pensionato INPS può usufruire un contributo mensile in base al grado di disabilità del familiare assistito.
Per usufruire del bonus caregiver INPS, è necessario presentare domanda online sul portale dell’INPS. È possibile inviare le domande fino al 31/01/2022.
Supporto psicologico ai caregivers
Chi affianca persone care che soffrono di patologie croniche importanti, potrebbe trovarsi ad avvertire il così detto “burden caregiver”, cioè il “peso dell’assistenza”, un disagio psicologico che porta ansia, depressione o anche malessere fisico e che si ripercuote inevitabilmente sulla qualità della vita.
Il benessere del caregiver è fondamentale anche per il benessere della persona ammalata. Ecco, di seguito, un elenco di consigli direttamente dall’associazione americana National Family Caregivers Association:
1) Non permettere che la malattia sia costantemente al centro della tua attenzione.
2) Rispettati ed apprezzati. Stai svolgendo un compito molto impegnativo e hai diritto a trovare spazi e momenti di svago.
3) Vigila sulla comparsa di eventuali tuoi sintomi di depressione.
4) Accetta l’aiuto di altre persone che possono svolgere specifici compiti in tua vece.
5) Impara il più possibile sulla patologia del tuo caro: conoscere aiuta.
6) Difendi i tuoi diritti come persona e come cittadino.
Non è facile farsi strada tra emozioni contrastanti e gestione della quotidianità: non c’è nulla di male ad affidarsi a realtà di aiuto, che possano fornire sostegno psicologico.
Proprio per questo motivo DiCE (Digestive Cancers Europe), organizzazione a ombrello che raccoglie 32 associazioni nazionali e di cui EuropaColon Italia Onlus è Full Member, ha messo a disposizione la sua prima “Guida per caregivers“, uno strumento specifico dedicato a tutti coloro che, a livello famigliare, si prendono cura delle persone con tumore del colon-retto.
La Guida è stata progettata per dare consigli su aspetti medici, psicologici, emotivi e sociali dell’assistenza di una persona con cancro colorettale, ma affronta anche aspetti pratici della vita quotidiana. È possibile scaricarla gratuitamente dal nostro sito cliccando qui.
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